QUAR21 RICERCA DELL’UOMO, RICERCA DI DIO

XVII EDIZIONE

MARTEDÌ 30 MARZO 2021

La perfezione dell’amore che supera la tecnica

Voglio menzionare due dei libri di Alberto Reggiori che trovo rilevanti al tema fratres omnes. In Quando è finito il Diesel, Alberto racconta la sua esperienza di chirurgo missionario in Uganda durante la guerra civile. Si è trovato a operare con le pallottole che fischiavano nella sala operatoria e si è trovato a operare al buio, appunto perché il diesel manteneva la luce elettrica.  Ha vissuto di persona la raccomandazione di Gesù “Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” che può anche tradursi: “Non esitare a manifestare il tuo amore con i mezzi che hai a disposizione, ti trovi in missione per salvare vite, non per fare bella figura con delle operazioni impeccabili.” Abbiamo molto da imparare come medici e come pazienti dalla medicina missionaria. La ricerca della perfezione nel mondo occidentale ha dato luogo alla super-specializzazione che a sua volta ha condotto a una carenza di medici a cui un paziente possa affidare la sua cura. In America ho dovuto consultare tre oftalmologi per ottenere una diagnosi di linfoma dei tessuti extra-oculari, perché il primo era specialista delle palpebre e il secondo della retina e ciascuno di loro era incapace di pronunciarsi fuori del suo campo. In particolare la specializzazione permette di abdicare al principio che dovrebbe guidare la pratica della medicina: “L’interesse della persona.” Il libro di Alberto mi ha ricordato un libro di un gesuita americano intitolato “Dio ama i letti disfatti” che può essere tradotto “l’amore per i tuoi figli e per gli sposi si dimostra con la capacità di ascoltarli e non con l’organizzazione impeccabile della casa che diventa un sepolcro imbiancato.”

L’altro libro, Fatti Vivo, racconta una tragedia famigliare che ha colpito Alberto e sua moglie. Il più grande dei loro nove figli é stato vittima di un severo incidente automobilistico e dopo aver passato un mese in terapia intensiva fra la vita e la morte, è stato trasferito nel centro riabilitativo più prestigioso di Milano, da cui è stato dimesso mesi più tardi per aver ottenuto “il massimo beneficio.” Ma il massimo beneficio non era abbastanza massimo per la madre la quale si è occupata personalmente di riabilitare il figlio fino a che la sua funzione non è tornata normale. In questo caso l’amore materno, nutrito di fede cristiana, ha operato il miracolo che la scienza da sola non poteva operare.

Queste esperienze dimostrano che, in circostanze diverse, l’amore ti costringe a rinunciare alla perfezione tecnica e in altre ti impone ti assicurarti una perfezione che neppure la tecnica può garantirti. L’importante in tutti i casi è perseguire il bene della persona di cui siamo responsabili, non il nostro successo o il nostro conforto personale. E voglio aggiungere che nel guazzabuglio del mondo moderno ci possono anche avere ispirazioni differenti dell’amore. È senz’altro inaccettabile, come propongono qui negli USA i politici repubblicani, lasciare che i bambini degli emigranti muoiano di trascuratezza in Messico perché non possiamo accoglierli come vorremmo o che un ospedale rifiuti pazienti acuti per trattare al meglio quelli già ospedalizzati. Ma l’amore per una donna che ha scelto di abortire si può manifestare sia cercando di convincerla a desistere da questa decisione, sia ascoltandola, consolandola e cercando di proteggerla dalla violenza. Per essere “fratres omnes” dobbiamo adottare: “in omnibus charitas.”  

Lodovico Balducci, Tampa, Florida