XVIII EDIZIONE

GIOVEDÌ 17 MARZO 2022

Le Beatitudini, possibilità di sperare ancora per la storia umana

Compito della comunità cristiana e dei discepoli di Gesù è imparare a “portare” il male del mondo; (cfr. “Agnello di Dio che “porta” i peccati del mondo” – Gv, 1, 29). Ciò significa che più eventi negativi si diffondono nel mondo, che appaiono ineluttabili o incombenti o incontrollabili, maggiore deve essere l’impegno della comunità cristiana nel “portare” il male.

Quando nella storia umana si aprono condizioni di male, di ingiustizia, di violenza, lì la forza del bene nel male può trovare spazi nuovi per emergere, per diventare forma nuova di condivisione e fraternità. Ciò richiede una mentalità nuova, per accogliere gli altri e promuovere il dialogo. Allora “portare” il male significa: diffondere attorno a noi un nuovo stile di umanità, cominciando dai nostri pensieri, dai nostri giudizi, dal modo di accoglierci reciprocamente, di incontrare persone di religioni e culture diverse. Tutto questo confluisce in qualità nuove di fraternità e di giustizia. Proporre e diffondere dinamiche opposte a quelle del male è un compito urgente.

Più atti di violenza vengono compiuti, più decisioni di guerra vengono prese, anche se per ora noi non le possiamo annullare perché non possiamo cambiare le decisioni che vengono prese a livello mondiale, più possiamo diffondere attorno a noi dinamiche che rendano inefficaci e insensate quelle scelte, che a un certo momento appariranno assolutamente improduttive e contro la storia. Questa è una responsabilità che abbiamo nei confronti del futuro.

Quando le generazioni che verranno ci giudicheranno, cosa diranno del nostro silenzio, del non aver reagito? Adesso, quando guardiamo la storia, siamo pronti a condannare alcune vicende (per esempio le crociate o le varie tragedie del secolo scorso). Ma noi oggi dobbiamo contribuire a impedire una catastrofe che sarebbe molto più grave, forse la fine dell’umanità, perché ci sono già gli strumenti. Bisogna riscoprire la profezia di Gesù, imparare ad amare come lui ha insegnato. Oggi il suo insegnamento diventa la possibilità di sperare ancora per la storia umana. Dobbiamo prendere iniziative sulle quali occorre insistere, altrimenti tutta la nostra generazione verrà accusata per il suo silenzio colpevole.

Carlo Molari, brani di una conferenza tenuta a Vicenza nel 2008, raccolti da Francesco Maule e segnalati da Silvana Panciera, Brisbane, Australia